21 novembre 2012
Dovessimo scegliere il primo decennio particolarmente significativo per il mercato musicale dovremmo partire forse dagli anni Ottanta, quando ai vinili cominciarono ad affiancarsi i CD musicali, lanciati sul mercato nel 1982. Era la prima volta che la musica si trovava ad affrontare un passaggio così complesso da studiare in ottica strategica. Al pubblico il CD costava molto di più (“Like a Prayer” di Madonna costava sulle 27.000 lire, contro le 16.000 lire del vinile), ma nonostante questo proprio già negli Ottanta le vendite di CD superarono quelle dei vinili. Ma quegli anni segnarono anche la grande affermazione delle musicassette grazie alla nascita del walkman, che permetteva di riprodurre musica ovunque si fosse: risulta forse impossibile oggi, per le nuove generazioni, immaginare di camminare per strada o viaggiare in macchina senza ascoltare le proprie canzoni preferite. Col passare degli anni per gli stessi walkman cominciavano a nascere nuove funzioni per rendere la musicassetta ancora più utile: ci si poteva registrare sopra la propria musica (o la propria voce), ovunque si fosse. Anche questo oggi può risultare banale, ma in Iran, prima della rivolta del 1979, Khomeini cominciò a diffondere i sermoni proprio grazie alla musicassetta.
GLI ANNI NOVANTA – Negli anni Novanta la sempre maggiore diffusione di lettori cd portatili, la miglior qualità dell’audio e l’abbassamento dei costi dei masterizzatori portò al successo i cd audio. I cd avevano già vinto la concorrenza dei vinili, soppiantandoli quasi completamente in appena una decina d’anni. Con la nascita dei CD-R nel 1988, in altrettanto tempo, soppianteranno anche le musicassette come strumento per la registrazione della musica autoprodotta.
LA PIRATERIA NEGLI ANNI DUEMILA – Proprio con i CD-R però comincia a nascere anche la pirateria. Gli hi-fi che permettevano di copiare le musicassette erano nati relativamente tardi e non riuscirono così ad avere una grande diffusione, ma i masterizzatori cd si diffusero in maniera capillare verso la fine dello scorso secolo. Masterizzare era un gioco da ragazzi e così le major agli inizi del Duemila provano a risolvere il problema mettendo delle protezioni sui loro cd, però facilmente aggirabili dai più (vedi link). Ma questa non era che la prima minaccia per le major, che con la sempre maggiore diffusione del formato mp3 si ritrovarono a dover contrastare anche la pirateria online. Nel 2001 la RIAA (Recording Industry Association of America) fece oscurare Napster, primo client peer to peer a facilitare la condivisione di mp3. Ma Napster non era che il campanello d’allarme per la pirateria: chiuso questo, infatti, emersero i vari KaZaA, WinMx, bitTorrent. Nacque eMule, su cui si basarono molte vicende giudiziarie: il sistema si basava sulla connessione ad alcuni server a scelta e, così, per cercare di combattere il problema, si provò a chiudere i più popolari. La realtà è che nessuno riuscì mai a togliere dai giochi eMule, se non un sistema ancora più comodo per il download: Megaupload. In questo caso si abbandonava il peer to peer per avere dei server centrali, su cui gli utenti potevano fare l’upload ed il download dei file. Il resto è storia recente, Megaupload chiuso e decine d’altri siti simili che emergono, si sviluppano e si arricchiscono, alle spalle di chi crea i contenuti, senza più guadagnare come nei tempi passati.
LE CRITICHE – Molti oggi muovono critiche verso le etichette discografiche, che anziché limitarsi a contrastare la pirateria avrebbero potuto studiare qualche sistema per vendere e diffondere legalmente la musica online. C’è anche chi dà la colpa alla scelta di vendere i cd singoli e gli album a prezzi molto simili, portando così i giovani che non hanno la possibilità di acquistare i cd singoli a trovare metodi illegali per procurarseli. Bon Jovi ha incolpato Steve Jobs di aver ucciso la musica, avendo contribuito alla diffusione degli mp3 con l’invenzione degli iPod. L’unica cosa che è certa è che c’è stato un profondo cambiamento nella fruizione della musica e, per questo, non si può più pensare di poterla ascoltare e vivere come un tempo. Un esempio? Il grande successo del Festivalbar nei decenni passati, che raccoglieva le canzoni più popolari dell’estate. Oggi chiunque si fa la sua compilation – o meglio dire playlist – estiva, scegliendo solo le canzoni che gli piacciono.
EMERGERANNO – E così, mentre le major puntano a rilanciare sempre più “cantanti televisivi”, che avendo fatto i primi passi nei talent show godono di una grande popolarità a fronte di un basso costo per le case discografiche, noi abbiamo pensato di creare Emergeranno. Emergeranno è un sito che si propone l’obiettivo di far conoscere artisti musicali emergenti, che non hanno la fortuna di passare sui canali mainstream. I cantanti che troverete su questo sito non godono di grande popolarità, o se l’hanno ottenuta ce l’han fatta con una canzone o due, grazie al loro impegno e alla loro dedizione. Le news saranno piene di immagini, video e musica; al contrario, ci saranno pochi testi: d’altra parte l’obiettivo è l’ascolto, non la lettura.
Scommettiamo che ascoltando questi artisti ne troverete sicuramente qualcuno che vi piace di più di quelli che ascoltate in televisione o sull’iPod?